Brand Identity: l’immagine distintiva della propria azienda

Il brand adottato da un’azienda è in grado di aggiungere al sistema di offerta una dimensione identificativa (individua e differenzia uno specifico prodotto/servizio), percettiva (il posizionamento è connesso ad un complesso di associazioni forti, uniche, condivise e differenzianti) e fiduciaria (veicola aspettative e convinzioni).

Il valore del brand risiede nella capacità di generare effetti differenzianti nella risposta del target: un semplice marchio si trasforma in un brand soltanto nel momento in cui è possibile associarvi attributi, benefici ed idee. Quanto più risulta ricco il memory network, l’insieme di nodi associativi che si attivano richiamando alla memoria una determinata marca, tanto più il brand creato sarà forte e unico.

 

Gli elementi costitutivi del brand sono i seguenti: awareness (in quante occasioni è richiamata alla mente la marca, quanto è conosciuta) ed image (connessa alla forza, alla positività e all’unicità delle associazioni al brand).

L’awareness consta di due dimensioni chiave: la profondità e l’ampiezza. La profondità è direttamente proporzionale alla probabilità che il cliente si ricordi del brand se esposto allo stesso stimolo visuale (recognition) o alla medesima categoria di prodotto (recall). Nel momento in cui il brand risulterà un top of mind, ovvero sarà la prima marca che i consumatori collegheranno ad una data categoria di prodotto, la profondità avrà raggiunto il proprio apice.

Ad esempio, nel momento in cui viene visualizzato un cavallino rampante e il consumatore è in grado di collegarlo al brand Ferrari, saremo di fronte ad un caso di recognition; quando il consumatore è in grado di collegare alla macrocategoria auto di lusso il brand Ferrari, ci troveremo dinnanzi un caso di recall. Solo qualora, parlando di auto di lusso, il primo brand che verrà in mente al consumatore sarà Ferrari, allora tale marca sarà top of mind.

brand-identity

 

L’ampiezza, invece, è direttamente correlata alla numerosità di occasioni di utilizzo in cui il brand viene richiamato alla memoria. Chiaramente un marchio come Apple avrà un’ampiezza superiore rispetto al competitor Asus, proprio perché verrà richiamato alla mente in molteplici circostanze.

Il processo di costruzione di un brand è così articolato:

significato-del-brand

La prominenza del brand deriva dalla capacità di creare knowledge e differenziazione, attraverso elementi del brand stesso (packaging, nome, logo, gingle, slogan) o elementi dell’offerta (attributi, distribuzione, prezzo, comunicazione). Anche in questo caso la creatività è al centro: il Nuovo Modello di Marketing consente di adottare la strategia ottimale per definire l’insieme di valori organizzativi riconosciuti dai clienti e connessi al brand.

Il significato del brand è connesso all’esperienza diretta e indiretta del consumatore, sviluppata rispetto ad attributi tangibili e intangibili del prodotto: il significato del brand può astrarre dalla singola categoria merceologica, staccandosi da essa per ricomprendere i bisogni che la marca può soddisfare e i valori che condivide con i consumatori.

La risposta al brand definisce la percezione del consumatore, contribuendo a costruire il carattere del brand; la risonanza invece consta di una componente emotiva (passione, attaccamento, auto identificazione); di una componente cognitiva (accessibilità ed interazione) e di una componente comportamentale (interdipendenza e committment).

Di seguito le diverse azioni che conducono al progressivo consolidamento del marchio:

identità-del-brand

Il brand: un’immagine onnicomprensiva dell’insieme dei benefici connessi al sistema di offerta.

Share and Enjoy

  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Add to favorites
  • Email
  • RSS

Analisi SeoMoz | I fattori del posizionamento nel 2013

Prima di iniziare a scrivere queste mie breve considerazioni sull’argomento volevo ringraziare lo staff di questo blog che mi ha dato l’opportunità di scrivere questo articolo.
Io mi occupo di Seo da molto tempo, ho un mio blog di settore, ma dire la “mia” su un blog così professionale fa sempre un certo effetto..
Non riesco ad avere uno stile didascalico..e chi conosce il mio blog lo sa bene, ma cerco sempre di condividere quello che leggo, le mie esperienze nel settore, i miei successi..

Come ogni anno Seo Moz pubblica i risultati delle sua analisi sui fattori che incidono sul posizionamento dei siti.
Tanto rumore per nulla….i fattori restano sempre gli stessi.
Non è una critica, anzi. Ma è così che deve essere.

Il sondaggio si è composto di due parti:

  • intervista a 120 SEO specialist
  • set di parole (nell’ordine di 14mila) di Google Adwords ed estratti i primi 50 risultati delle ricerche effettuate su Google.con, e da questi esaminati i fattori rilevanti per il posizionamento.

Ora, per il primo punto è emerso, ancora una volta che la page authority dipende essenzialmente dai link.

Per il secondo punto invece, ho avuto l’impressione che si facesse un passo indietro. Si è tornati a parlare di parole chiave, parole chiave nei title, e udite udite…
parole chiave nel tag h1.

Ok ma questo che vuol dire, direte voi che magari non siete esperti del settore e vi siete trovati su questo blog per capire di cosa si tratta il nuovo modello di marketing?

Vuol dire che affidarsi agli esperti per ottenere un risultato nelle SERP (search engine results page) è sempre la soluzione migliore, per chi sta cercando di far conoscere la propria attività o azienda su internet.

Al prossimo post
Imma Pinto

 

 

 

Share and Enjoy

  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Add to favorites
  • Email
  • RSS